sabato 31 gennaio 2009

11 / 01) Tenerife Trekking

Partenza da Milano Linate alle ore 8:00 con volo Iberia per Madrid, quindi volo Iberia per Tenerife (aeroporto nel Sud dell'isola) con arrivo alle 14:00 ora locale (Il fuso orario delle Canarie prevede -1h rispetto all'Italia).
Volo tranquillo con vista, nell'ordine, di Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria, La Gomera e Tenerife ... mancano solo le isole più occidentali, La Palma e El Hierro. Tenerife è coperta da uno strato nuvoloso dal quale spunta solo la cima del Teide, che con i suoi oltre 3700 metri di altezza è la montagna più alta dell'arcipelago (nonché di tutto il territorio spagnolo).
In aeroporto mi attende Enea, la guida italiana che vive da qualche anno a Tenerife, e che mi accompagnerà nei trekking della prima settimana. Con lui c'è la compagna Christine, e dopo poco atterranno gli altri 6 trekker provenienti dall'Austria: familiari e amici di Christine.
Ho trovato Enea cercando su Internet (www.eneatrekking.com), ci siamo scambiati qualche email. Gli ho chiesto di unirmi ad un gruppo già formato, così mi ha inviato un interessante e dettagliato programma. Mi ha subito ispirato fiducia, quindi ho prenotato la settimana di trekking.
Vengo accompagnato nel mio appartamentino nella località di Playa San Juan, nella costa occidentale dell'isola. Zona turistica ma tranquilla, lontana dal turismo di massa di Los Cristianos / Playa de Las Americas. Per la cena, Enea ha organizzato una ricca paella per tutti presso un ristorante a Puerto de Santiago.

Di seguito una cartina con gli itenerari.


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lunedì 1 settembre 2008

Itinerario di trekking 10) Monte Legnone (Valtellina)

Il monte Legnone chiude ad ovest la catena delle Alpi Orobie; la salita richiede un certo impegno, soprattutto negli ultimi 500m, ma regala un fantastico panorama sulla parte settentrionale del Lago di Como, sull'imbocco della Val Chiavenna e sulla bassa Valtellina. Lo sguardo può spaziare dalle cime della Val Masino, a Monte Rosa e Cervino che, nelle giornate di limpide, sono visibili in direzione ovest.
  • Italia - Lombardia
  • da: Rifugio Roccoli dei Lorla (1463 m)
  • a: Monte Legnone (2609 m)
  • dislivello totale: 1150 m
  • massima altitudine: 2609 m (Monte Legnone)
  • tempo di percorrenza: 4h (x la salita)
  • livello: media/alta difficoltà
  • segnavia: segnavia e vari cartelli segnaletici
  • cartografia: Cartina Kompass 1:50.000 nr 91 "Lago di Como-Lago di Lugano"




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Per raggiungere il punto di partenza, ci portiamo a Dervio sul lago di Como e seguiamo i cartelli verso la Val Varrone. Precisamente al semaforo di Dervio ci lasciamo il lago alle spalle, attraversiamo i binari della ferrovia e, dopo pochi metri, voltimao prima a sinistra e subito dopo a destra. Nella salita oltrepasseremo i paesi di Vestreno ed Introzzo; ignoriamo la deviazione per Sueglio e proseguiamo verso Premana. Non raggiungiamo comunque Premana, perché a Tremènico, seguendo le segnalazioni del rifugio, svoltiamo a sinistra e cominciamo a risalire in val Fosasco.
Lasciamo l'automobile nei pressi del rifugio Roccoli dei Lorla (1463 m) e ci incamminiamo sul sentiero che, dalle spalle del rifugio, prosegue verso est. La maggior parte del percorso si svolge sul crinale ovest del Monte Legnone.
Dopo un tratto all'interno di un bosco, raggiungiamo l'alpeggio di Agrogno (1644 m) in circa 50m.




Qui troviamo alcuni cartelli, tra cui quello che ci indica la cima del Monte Legnone a 3h di cammino.
Il sentiero è piuttosto ripido, ma il panorama sul lago sempre stupendo.





Dopo un breve tratto pianeggiante, raggiungiamo il bivacco, noto come Cà de Legn, posto a 2146 m. Alle sue spalle il sentiero si fa ancora più ripido e faticoso. La cima sembra a poca distanza, ma ci separano ancora 500m di altitudine.






In alcuni tratti il sentiero si riduce ad alcune roccette che dobbiamo sormontare con qualche semplice passo di arrampicata, aiutati da alcune corde fisse. I segnavia sono comunque sempre frequenti, ed il pericolo di perdere di vista il sentiero molto ridotto.
In prossimità della cima il panorama si allarga anche alla Bassa Valtellina.
Superiamo gli ultimi metri arrampicandoci grazie alle corde fisse.






Raggiunta infine la croce sulla vetta, il panorama si allarga ulteriormente verso est alle cime della catena Orobica.
La discesa avviene sul sentiero della salita.




giovedì 14 agosto 2008

Itinerario di trekking 9) Passo Porcile - Passo Tartano - Cima di Lemma (Val Tartano - Valtellina)

Interessante gita di un giorno nelle Orobie Valtellinesi. Da Tartano raggiungiamo dapprima i tre laghetti di Porcile, quindi ci portiamo al Passo Porcile, al Passo di Tartano, ed infine ci portiamo sulla Cima di Lemma per goderci un fantastico panorama. Siamo in Val Tartano (Valtellina), all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Arale
  • a: Cima di Lemma
  • dislivello totale: 1050 m
  • massima altitudine: 2348 m (Cima di Lemma)
  • tempo di percorrenza: 6/7 h totali
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: segnavia e vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Tartano' - carta escursionistica 1:25.000 - Consorzio Turistico Porte di Valtellina

Saliamo in Val Tartano, valle laterale della Valtellina oltre l'abitato di Talamona (procedendo da Morbegno verso Sondrio). Possiamo raggiungere Tartano in autobus (da Morbegno) oppure in automobile; nel secondo caso possiamo lasciare l'auto nel parcheggio di Arale (1485 m) posto al termine della carrozzabile che, dall'abitato Tartano, si addentra in Val Lunga.



Il sentiero, indicato da segnavia rosso-giallo-rossi e rosso-bianco-rossi, punta verso sud in Val Lunga, alla volta del passo di Tartano.
Percorriamo un tratto all'interno di un bosco, quindi usciamo all'aperto in prossimità della Prima Baita (1584 m) e della Baita Bianca (1624 m). La salita continua sempre in direzione sud; superiamo il torrente che scende dalla val Dordona su un ponte di cemento, attraversiamo un bosco e raggiungiamo una conca nei pressi delle baite della Casera di Porcile (1809 m).



Dobbiamo guadare, grazie ad una serie di sassi, un torrente. Non raggiungiamo le baite perché il sentiero sale molto evidente sulla destra. La salita continua sino alla Baita della Croce (1900 m) dove il sentiero si divide in due rami: alla destra della baita, indicato dal segnavia rosso-giallo-rosso, il sentiero porta al passo di Tartano; alla sinitra possiamo notare una traccia che sale ripida in direzione sud-est.



Facciamo questa seconda scelta che, in breve, ci conduce al primo dei tre laghi di Porcile: il lago Piccolo (2005 m). Il sentiero prosegue nella parte orientale del lago, supera una baita solitaria, ed in breve raggiunge il secondo lago, il Lago Grande (2030 m), intercettando la Grande Via delle Orobie.


Siamo arrivati nella sponda occidentale del lago, e qui troviamo alcuni cartelli del Parco delle Orobie Valtellinesi:
  • nella direzione dalla quale proveniamo è indicata la casera di Porcile a 30m ed Arale ad 1h e 10m;
  • alla nostra sinistra è possibile raggiungere la bocchetta dei Lupi in 1h e 30m, Valmadre in 2h e 20m ed il passo di Valbona in 4h e 20m (percorrendo la Gran Via delle Orobie);
  • alla nostra destra è indicato il passo di Tartano a 30m, quello di Pedena a 3h e 10m e quello di S. Marco a 5h (sulla Gran Via delle Orobie);
  • un quarto cartello punta a sud, e indica il passo di Porcile a 40m



Scegliamo quest'ultima direzione. Raggiungiamo quindi un bivio: ignoriamo la Gran Via delle Orobie che prosegue verso destra, ma andiamo a sinistra (sentiero 201).
Raggiungiamo così anche il terzo laghetto, il Lago di Sopra (2095 m).



Per continuare ci avviciniamo alla baita posta nei pressi della parte nord-orientale del lago. I segnavia r-b-r ci indicano il sentiero che punta all'evidente sella del passo. La salita compie un giro alto, in senso orario, attorno alla parte orientale del lago, e ci permette di avere una panoramica completa dei tre laghetti. Raggiunto un pianoro, troviamo altri due cartelli segnaletici:
  • a sinistra, sul sentiero 201/A, possiamo raggiungere il Passo dei Lupi in 1h, il Passo Dordona in 2h ed il Rifugio Dordona in 1h e 45m;
  • proseguendo invece la salita verso destra (sentiero 201), possiamo raggiungere il Passo Porcile nonché scendere a Foppolo.
Dopo circa 2h e 30m di cammino abbiamo raggiunto il Passo di Porcile che, a 2290 m, conduce in Val Brembana; possiamo scorgere la località di Foppolo.

Sul passo troviamo alcuni cartelli:
  • nella direzione dalla quale proveniamo, i laghi di Porcile sono raggiungibili in 30m (sentiero 201), il passo di Tartano in 1h (sentiero 201) e la Ca' S. Marco in 5h (sentiero 101);
  • la discesa verso Foppolo è possibile in 1h 30m sul sentiero 201
  • verso la Val Brembana, il monte Cadelle (alto 2483 m) si può raggiungere in 1h.




Continuiamo adesso la nostra gita tornando al Lago di Sopra. Da qui segiuamo le indicazioni dei cartelli segnaletici nella direzione del passo di Tartano, verso occidente. Ad un certo punto intercettiamo un sentiero che arriva da destra e procede verso occidente: è la Grande Via delle Orobie, che prendiamo appunto verso sinistra. Il sentiero sale fino ad una bocchetta sul crinale; prendiamo quindi a destra e percorriamo il crinale sino alla grande croce che domina il passo di Tartano (2013 m).
Qui troviamo una serie di cartelli segnaletici:
  • nella direzione dalla quale proveniamo, la GVO porta ai laghi di Porcile in 20m e alla bocchetta dei Lupi in 1h e 50m
  • nella stessa direzione, ma sul sentiero che abbiamo percorso (cioè il 201 - che per un breve tratto coincide con la GVO), è indicato il lago di Porcile (quello di Sopra) a 30m, il passo di Porcile a 1h 15m e Foppolo a 2h 30m
  • scendendo verso sud, si può raggiungere S. Simone in 1h sul sentiero 101
  • scendendo invece verso nord, sul sentiero 117, si raggiunge la località Gavedin in 1h 10m, Rondelli in 2h 30m e Tartano
  • infine proseguendo verso occidente, sempre sulla GVO, si sale dapprima sulla cima di Lemma, quindi le altre mete segnalate sono il passo di Pedena in 2h 40m ed il passo S. Marco in 5h
Noi proseguiamo in quest'ultima direzione ed affrontiamo l'ultima salita della giornata.



Su evidente sentiero percorriamo il versante meridionale della cima di Lemma, fino a raggiungerla nei suoi 2348 m di altitudine. Da qui, nelle giornate limpide, il panorama è veramente eccezionale. Volgendo lo sguardo verso est vediamo i due laghi più alti di Porcile ed il passo.



Per la discesa, torniamo al passo di Tartano e scendiamo a sinitra in Val Lunga. Il sentiero è molto evidente e segnato: ci porta sino alla baita della Croce, dove riprendiamo il sentiero percorso durante la salita.

mercoledì 6 agosto 2008

Trekking trail 8) Monte Rotondo (Val Gerola - Valtellina - Italy)

Ascent to Rotondo mountain from Laveggiolo (in Val Gerola - Valtellina - Italy), in Orobie Valtellinesi Park.

  • Italy
  • from: Laveggiolo
  • to: Rotondo Mountain
  • dislivello: 1076 m
  • massima altitudine: 2496 m (Monte Rotondo)
  • tempo di percorrenza: 4h (x salita)
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. Raggiungiamo Gerola Alta (1053 m) e, all'uscita dal paese, prendiamo la strada che, a destra, sale a Laveggiolo, ma, prima di raggiungerlo, lasciamo l'auto nell'ampio spiazzo sterrato presso un tornante sinistrorso.
Iniziamo la passeggiata sulla pista sterrata che prosegue oltre il parcheggio in direzione nord. Siamo sulla GVO (Gran Via delle Orobie) e presto raggiungiamo le case di San Giovanni (1420 m). Lasciamo la strada sterrata al primo tornante sinistrorso, prendendo un sentiero, indicato dai segnavia rbr, che si stacca sulla destra. Siamo in Val di Pai, e ci troviamo in breve tempo a superare un torrente presso un ponticello di legno. Riprendiamo la salita, passiamo accanto ad alcuni ruderi di baita, e continuiamo sull'evidente sentiero ben segnalato. Raggiungiamo quindi un bivio: il sentiero di sinistra porta all’alpe Svanollino (1852 m) ma noi prendiamo a destra fino ad incontrare delle catene fissate alla roccia che aiutano a superare un tratto di sentiero largo ma esposto sul lato destro.



Ancora pochi passi, e oltre un fianco roccioso sbuchiamo all’alpe Stavello (1940 m).



Qui troviamo due baite molto curate, due fontane, ed una serie di cartelli segnaletici con le seguenti indicazioni:
  • nella direzione da cui proveniamo, è indicato Laveggiolo a 1h 20m e Trona a 3h 50m
  • la GVO continua verso est-nord-est permettendo di raggiungere l'alpe Combana in 30m, l'alpe Culino in 1h 20m e l'alpe Piazza in 3h 20m
  • salendo verso est, il sentiero 115 ci permette di raggiungere la bocchetta di Stavello in 1h 10m e la cima del monte Rotondo in 2h 20m

Scegliamo quest'ultima direzione prendendo una mulattiera scavata nella roccia che ci conduce verso sud, in alta Val di Pai.



Superata un'ultima baita (2095 m), il sentiero sempre evidente punta direttamente alla bocchetta, che raggiungiamo dopo un ultimo tratto piuttosto ripido.
In questa zona non è raro sentire i fischi delle marmotte ... e spesso si possono osservare tra i sassi.



La bocchetta di Stavello (2201 m), separa la Val di Pai dalla Val di Fraina, laterale della Val Varrone. Siamo giunti ai confini del Parco delle Orobie Valtellinesi.

Una serie di cartelli segnaletici ci indicano ora le direzioni possibili:
  • nella direzione da cui proveniamo, l'alpe Stavello è raggiungibile in 40m
  • in direzioni sud possiamo raggiungere la bocchetta di Colombana in 1h 20m, la bocchetta di Lareggio in 2h 20m e l'alpe Fraina in 1h 20m
  • in direzione nord possiamo raggiungere la cima del monte Rotondo in 50m ed il bivacco di Taeggio in 2h 30m

Prendiamo quest'ultima direzione, su un sentiero che sale a ridosso del crinale fino a raggiungere la cima del monte Rotondo (2496 m) già chiaramente visibile. Dopo 4h dalla partenza, eccoci arrivati alla meta dove troviamo una statua della Madonna.
Il panorama spazia dalla Val Gerola alla Val Lesina fino alla Bassa Valtellina e alle testate della val Masino. Spesso, nelle giornate estive in cui il tempo non è limpido, la visuale è limitata dalle nuvole che salgono dalla Val di Fràina.

Itinerario di trekking 7) Albaredo - Alpe Piazza (Parco delle Orobie Valtellinesi - Valle del Bitto di Albaredo - Valtellina)

Anello da Albaredo (nella Valle del Bitto di Albaredo - Valtellina) verso l'alpe Piazza, all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Albaredo
  • a: Albaredo
  • dislivello: 900 m
  • massima altitudine: 1835 m (Alpe Piazza)
  • tempo di percorrenza: 5h
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo dalla piazza dell'ospedale di Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada che porta al Passo San Marco.
Lasciamo l'automobile nel parcheggio della frazione di Case di Sopra, che si raggiunge prendendo la seconda strada che si stacca verso sinistra dopo aver superato il tornante sinistroso e quello destrorso nel paese di Albaredo (potremmo lasciare la macchina ad Albaredo, in quanto Case di Sopra è molto vicina ad Albaredo).
Percorriamo un breve tratto di via Case di Sopra, e alla nostra destra, sul muro di una casa, scorgiamo il cartello giallo con il numero 2 che indica la partenza del sentiero del Matusc. Siamo a circa 950m di altitudine.
Dopo pochi metri troviamo un cartello del Parco delle Orobie che ci informa del fatto che siamo sul sentiero 149 e che possiamo raggiungere Baitridana in 2h30m e l'Alpe Piazza in 3h. Il segnavia rosso-bianco-rosso del sentiero 149 ci accompagnerà nella salita.
Il sentiero è ripido, e risale alcuni prati sino ad incrociare due volte una strada asfaltata. Proseguiamo la salita ed intercettiamo una carrozzabile sterrata che prendiamo verso sinistra sino al Punt dul Saltìn. Appena oltre il ponte vediamo alcuni cartelli che segnalano il Dosso Comune a 50 minuti, Egolo ad 1h20m e Cornelli a 2h10m. Lasciamo quindi lo sterrato e seguiamo il sentiero segnalato; raggiungiamo presto una prima baita, e continuiamo a salire sull'evidente sentiero indicato dai segnavia. Nella salita incontriamo una serie di caselli dell'acqua e siamo quasi sempre all'interno di una bella pineta.
Il sentiero lascia il bosco in prossimità di una strada sterrata carrozzabile. Siamo giunti nella parte alta dei prati di Egolo. La strada è recente, ed i segnavia non vi sono ancora stati riportati. Comunque proseguiamo sulla strada in direzione sud e superiamo alcune baite alla nostra destra. Troviamo un altro cartello giallo del 'Sentiero del Matusc' e dopo pochi metri individuiamo un sentiero che si stacca sulla sinistra. Questo ci porta nei pressi di una baita, ma noi continuiamo la salita e, dopo poco, ritroviamo i segnavia.
Raggiungiamo presto la località Sass a 1600 m, dove intercettiamo un sentiero che proviene da destra. Qui troviamo sia il cartello del Sentiero del Matüsc, che quello del Sentiero della Transumanza; i due sentieri coincidono sino all’alpe Baitridana.
Continuiamo a salire, sino a quota 1680 m, dove raggiungiamo i prati della località Gradesc ed intercettiamo la strada carrozzabile per Cornelli ad un tornante destrorso (per chi sale). Ignoriamo i cartelli dei nostri due sentieri, e percorriamo la carrozzabile in salita sino al suo punto finale: la località Cornelli a 1739 m.



Proseguiamo per l'evidente sentiero che passa a monte dei prati e, dopo un breve tratto, troviamo diversi cartelli: nella direzione da cui proveniamo è indicato che il sentiero 149 porta ad Egolo in 30 minuti, al Dosso Comune in 50 minuti, e ad Albaredo in 1h20m; proseguendo diritti possiamo raggiungere Baitridana in 10 minuti, il rifugio alpe Piazza e l’alpe Piazza in 20 minuti; nella direzione che scende, alla nostra destra, sul dosso c'è il sentiero 132 che permette di raggiungere la Corte Grande in 10 minuti, la Corte Grassa in 20 minuti e la località Scoccia (Scöccia) in 40 minuti.
Proseguiamo quindi diritti su facile sentiero; passiamo a monte dei prati dell’alpe Baitridana (1670 m) sino a raggiungere l'alpe Piazza (1835 m).



Poco prima del rifugio troviamo una serie di cartelli. Siamo arrivati ad intercettare la Gran Via delle Orobie. Per chi volesse proseguire, le destinazioni principali sono l'alpe Lago andando diritto o l'alpe Pedroria andando verso sinistra.
Per la discesa, torniamo al trivio in zona Cornelli, e scendiamo a sinistra per il percorso 132 in direzione della Corte Grande. Il sentiero è molto evidente e ben segnalato dai segnavia.
Superata una pineta, giungiamo prima alla Corte Grande (1615 m), poi alla Corte Grassa, ed infine alle baite della località Scöccia (1445 m).



La discesa continua sino ad intercettare il primo tratto della strada asfaltata (per Cornelli) che si stacca dalla strada provinciale per il passo di San Marco. Raggiunta la strada provinciale, la seguiamo per pochi metri verso destra sino ad un sentiero che scende a sinistra (in corrispondenza di un cartello del "sentiero del Matusc").
Nella discesa, in corrispondenza di un casello dell'acqua, prendiamo il sentiero che scende a sinistra fino ad intercettare la via Priula, che in questo tratto è asfaltata. La prendiamo verso destra e la seguiamo fino ad Albaredo.

Itinerario di trekking 6) Monte Motta (Parco delle Orobie Valtellinesi - Val Gerola - Valtellina)

Salita al monte Motta che sovrasta Gerola Alta (in Val Gerola - Valtellina), all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Gerola Alta
  • a: Gerola Alta
  • dislivello: 920 m
  • massima altitudine: 1971 m
  • tempo di percorrenza: 3h (x la salita)
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: rosso-bianco-rosso
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. A Gerola Alta (1050 m) parcheggiamo l'automobile, percorriamo il ponte sul torrente Bitto e giriamo a sinistra. Dopo pochi passi prendiamo l'evidente sentiero che sale alla nostra destra, puntando verso nord. Raggiungiamo presto una baita; il sentiero la aggira piegando a destra e subito dopo a sinistra. Continuiamo la salita, ed entriamo nel bosco in corrispondenza di una baita con il segnavia sul muro.
A quota 1357 m, dopo circa 45 minuti, usciamo dal bosco: siamo giunti nella parte bassa dei prati di Bominallo. Qui troviamo alcuni cartelli che ci indicano le direzioni possibili. Poco oltre, la scritta "Motta" su un sasso ci indica la direzione: continuiamo la salita restando nel bosco, ai bordi dei prati, accompagnati dai segnavia rbr.
Continuiamo a seguire il bordo inferiore dei prati, e cominciamo la salita accanto al limite nord dei prati, passando alla sinitra di una grande baita.
La salita continua all'interno di un rado boschetto di larici, rododendri e piantine di mirtillo.
Il sentiero è sempre evidente e ben segnalato, e passa attraverso boschi e radure dominate da alcune pozze d'acqua. Presso una di queste pozze troviamo un cartello che indica Rundanit a 30 minuti; lo ignoriamo e continuiamo la nostra salita.
A 1703 m raggiungiamo un'ampia radura con una baita, continuiamo la salita ed affrontiamo un passaggio che richiede attenzione in quando dobbiamo superare alcune roccette. A circa 1800 m troviamo uno spiazzo con alcuni calech.



In alto possiamo scorgere facilmente la croce posta alla cima del monte Motta. Ci attende l'ultimo tratto piuttosto ripido, dove passiamo accanto ad alcune barriere para-valanghe.
La cima del monte Motta (1971 m) è caratterizzata da un tratto pianeggiante e da un lungo sentiero di crinale che porta verso il lago di Pescegallo (direzione sud).



L'ampio panorama ripaga della fatica nella salita.

domenica 6 luglio 2008

Itinerario di trekking 5) Val Mala (Parco delle Orobie Valtellinesi - Val Gerola - Valtellina)

Anello dalla parte alta di Rasura (in Val Gerola - Valtellina) verso la Val Mala, all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Rasura
  • a: Rasura
  • dislivello: 840 m
  • massima altitudine: 1807 m
  • tempo di percorrenza: 4h 30m
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. Subito dopo il paese di Rasura, imbocchiamo una strada che si stacca a destra. Superiamo un primo tornante sinistrorso (da destra sale una strada alternativa da Rasura), quindi un secondo tornante destrorso, ed infine un terzo tornante sinistrorso. Lasciamo l'automobile in uno dei due slarghi che troviamo sul lato sinistro della strada (960 m).
Sul lato destro della strada, poco oltre gli slarghi, troviamo una mulattiera che sale all'interno di un bosco. Dopo pochi passi troviamo subito una panchina ed un paletto col numero 4 (questi paletti numerati accompagnano la salita sino al Rifugio Bar Bianco). Proseguiamo la salita, incontriamo il paletto con il numero 5, ed arriviamo a dover attraversare la strada asfaltata. Di fronte la mulattiera prosegue la salita nel muro di contenimento della strada; qui troviamo il segnavia rosso/bianco/rosso con il numero di sentiero 124.
Dopo una breve scalinata intercettiamo una strada sterrata che imbocchiamo verso sinistra. Siamo ai piedi di un ampio prato con alcune baite. Incontriamo il paletto n. 6, quindi la mulattiera rientra nel bosco. Raggiungiamo il paletto n. 7 ed usciamo di nuovo all'aperto in prossimità delle baite del maggengo di 'Larice di Sotto' (Lares). Qui la mulattiera gira a destra e sale per qualche metro tra due staccionate di legno. Raggiunto il paletto n. 8, seguiamo il sentiero a destra che attraversa il prato, raggiunge un'altra baita e sale raggiungendo una strada sterrata. Abbiamo abbandonato la mulattiera che sale al Rifugio Bar Bianco, e proseguiamo sulla strada sterrata verso sinistra. Nella parte alta possiamo notare l'ampio prato della località Larice, con altre baite. Dopo uno slargo, notiamo sulla destra una piccola cappella in legno dedicata alla Madonna del Lares. Qui la mulattiera riprende la sua salita, ma noi la ignoriamo perché continuiamo sullo sterrato che si addentra nella Val Mala.
In prossimità di un torrente della Val Mala, lo sterrato lascia il posto ad un sentiero che scende di qualche metro per passare su un ponte in cemento (1300 m). Sul lato opposto percorriamo un sentiero ben marcato che sale per raggiungere i prati delle Foppe (1338 m). Risaliamo quindi i prati, sfruttando un sentiero che parte a destra della prima baita. Ignoriamo la deviazione a destra che rientra nel bosco, riattraversa la Val Mala e raggiunge la località Ciani, sopra Lares.


Nella parte alta dei prati non troviamo un evidente sentiero per proseguire, ma saliamo semplicemente nel boschetto di radi larici sino ad incontrare il muretto che delimita la parte bassa degli ampi prati dell'Alpe Combanina. Proseguiamo portandoci sulla sinitra, fino ad individuare due baite (1519 m). Dopo averle raggiunte, continuiamo sulla sinistra, dove troviamo una traccia di sentiero che sale in una selva sino ad un gruppo di cartelli del Parco che ci danno una serie di indicazioni e possibilità per proseguire:
  • proseguendo la salita, 50 minuti per l'Alpe Ciof e l'incrocio con la Gran Via delle Orobie; 1 ora e 10 minuti per l'alpe Combana.
  • in discesa, 40 minuti per la località Masoncelli; 10 minuti per le Foppe; 40 minuti per la località Ciani.
Noi proseguiamo sull'ampio sentiero, in direzione sud-ovest, indicato per l'Alpe Ciof. Quando raggiungiamo il sentiero della Grande Via delle Orobie (GVO), troviamo una nuova serie di cartelli con le seguenti indicazioni:
  • in discesa (lungo il sentiero che abbiamo utilizzato per la salita), 50 minuti per le Fope, 1 ora e 20 minuti per Masoncelli.
  • alla nostra sinistra, 1 ora per l'Alpe Stavello; 4 ore e 40 minuti per il lago di Trona.
  • alla nostra destra, 40 minuti per l'Alpe Culino; 1 ora e 20 minuti per l'Alpe Olano; 2 ore e 40 minuti per l'Alpe Piazza.


Noi proseguiamo alla nostra destra sulla GVO, godendoci un fantastico panorama: le cime del gruppo del Masino piuttosto che il fondo della Val Gerola, la Valle di Bomino e la Valle di Pescegallo.
Siamo nei prati alti dell'Alpe Combanina, ed in pochi minuti raggiungiamo la Baita Giuf (o Ciof) (1734 m).
Qui troviamo un altro insieme di cartelli del Parco, che ci indicano la strada. Restiamo sulla GVO andando verso sinistra (direzione ovest), su una traccia di sentiero che sale verso un dosso. A valle dello scheletro di larice colpito da un fulmine, individuiamo una traccia di sentiero verso destra che porta ad una baita solitaria che già riusciamo a vedere. Siamo sempre su un ampio prato punteggiato qui e là da qualche sparuto larice. Oltrepassata la baita, alle sue spalle vediamo alcuni paletti con la sommità rossa e bianca: ci indicano il sentiero che ci porta ad attraversare un ruscello su un piccolo ponte di legno.
Un ultimo sforzo in salita: un breve sentiero che ci porta alla baita Ven (1807 m), che già riuscivamo a vedere nel tratto precedente del sentiero.
Siamo ancora sulla GVO, e anche qui troviamo una serie di cartelli con le seguenti informazioni:
  • nella direzione da dove veniamo, 30 minuti per l'Alpe Combana; 2 ore e 20 minuti per Laveggiolo.
  • in direzione ovest (sinistra), 25 minuti per il Lago Culino; 1 ora per la Cima Rosetta.
  • in direzione est (destra), 30 minuti per il Rifugio Bar Bianco; 50 minuti per l'Alpe Olano; 1 ora e 50 minuti per l'Alpe Tagliata; 2 ore e 30 minuti per l'Alpe Piazza.
Noi prendiamo a destra, percorrendo una tranquilla discesa verso il Rifugio Bar Bianco. Raggiungiamo in breve la parte alta dell'Alpe Culino inferiore: il sentiero è sempre evidente, e troviamo ancora altri cartelli segnaletici.


Raggiunto il Rifugio Bar Bianco (1506 m), lo lasciamo alla nostra sinistra e cerchiamo il sentiero che scende, ripido, fino ai prati della località Ciani. Teniamoci sulla parte destra dei prati; nella parte bassa troveremo il sentiero che, in breve, ci porta sulla pista sterrata della località Larice. A questo punto riprendiamo il sentiero che abbiamo percorso in fase di salita.
 

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