lunedì 1 settembre 2008

Itinerario di trekking 10) Monte Legnone (Valtellina)

Il monte Legnone chiude ad ovest la catena delle Alpi Orobie; la salita richiede un certo impegno, soprattutto negli ultimi 500m, ma regala un fantastico panorama sulla parte settentrionale del Lago di Como, sull'imbocco della Val Chiavenna e sulla bassa Valtellina. Lo sguardo può spaziare dalle cime della Val Masino, a Monte Rosa e Cervino che, nelle giornate di limpide, sono visibili in direzione ovest.
  • Italia - Lombardia
  • da: Rifugio Roccoli dei Lorla (1463 m)
  • a: Monte Legnone (2609 m)
  • dislivello totale: 1150 m
  • massima altitudine: 2609 m (Monte Legnone)
  • tempo di percorrenza: 4h (x la salita)
  • livello: media/alta difficoltà
  • segnavia: segnavia e vari cartelli segnaletici
  • cartografia: Cartina Kompass 1:50.000 nr 91 "Lago di Como-Lago di Lugano"




Visualizzazione ingrandita della mappa



Per raggiungere il punto di partenza, ci portiamo a Dervio sul lago di Como e seguiamo i cartelli verso la Val Varrone. Precisamente al semaforo di Dervio ci lasciamo il lago alle spalle, attraversiamo i binari della ferrovia e, dopo pochi metri, voltimao prima a sinistra e subito dopo a destra. Nella salita oltrepasseremo i paesi di Vestreno ed Introzzo; ignoriamo la deviazione per Sueglio e proseguiamo verso Premana. Non raggiungiamo comunque Premana, perché a Tremènico, seguendo le segnalazioni del rifugio, svoltiamo a sinistra e cominciamo a risalire in val Fosasco.
Lasciamo l'automobile nei pressi del rifugio Roccoli dei Lorla (1463 m) e ci incamminiamo sul sentiero che, dalle spalle del rifugio, prosegue verso est. La maggior parte del percorso si svolge sul crinale ovest del Monte Legnone.
Dopo un tratto all'interno di un bosco, raggiungiamo l'alpeggio di Agrogno (1644 m) in circa 50m.




Qui troviamo alcuni cartelli, tra cui quello che ci indica la cima del Monte Legnone a 3h di cammino.
Il sentiero è piuttosto ripido, ma il panorama sul lago sempre stupendo.





Dopo un breve tratto pianeggiante, raggiungiamo il bivacco, noto come Cà de Legn, posto a 2146 m. Alle sue spalle il sentiero si fa ancora più ripido e faticoso. La cima sembra a poca distanza, ma ci separano ancora 500m di altitudine.






In alcuni tratti il sentiero si riduce ad alcune roccette che dobbiamo sormontare con qualche semplice passo di arrampicata, aiutati da alcune corde fisse. I segnavia sono comunque sempre frequenti, ed il pericolo di perdere di vista il sentiero molto ridotto.
In prossimità della cima il panorama si allarga anche alla Bassa Valtellina.
Superiamo gli ultimi metri arrampicandoci grazie alle corde fisse.






Raggiunta infine la croce sulla vetta, il panorama si allarga ulteriormente verso est alle cime della catena Orobica.
La discesa avviene sul sentiero della salita.




giovedì 14 agosto 2008

Itinerario di trekking 9) Passo Porcile - Passo Tartano - Cima di Lemma (Val Tartano - Valtellina)

Interessante gita di un giorno nelle Orobie Valtellinesi. Da Tartano raggiungiamo dapprima i tre laghetti di Porcile, quindi ci portiamo al Passo Porcile, al Passo di Tartano, ed infine ci portiamo sulla Cima di Lemma per goderci un fantastico panorama. Siamo in Val Tartano (Valtellina), all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Arale
  • a: Cima di Lemma
  • dislivello totale: 1050 m
  • massima altitudine: 2348 m (Cima di Lemma)
  • tempo di percorrenza: 6/7 h totali
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: segnavia e vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Tartano' - carta escursionistica 1:25.000 - Consorzio Turistico Porte di Valtellina

Saliamo in Val Tartano, valle laterale della Valtellina oltre l'abitato di Talamona (procedendo da Morbegno verso Sondrio). Possiamo raggiungere Tartano in autobus (da Morbegno) oppure in automobile; nel secondo caso possiamo lasciare l'auto nel parcheggio di Arale (1485 m) posto al termine della carrozzabile che, dall'abitato Tartano, si addentra in Val Lunga.



Il sentiero, indicato da segnavia rosso-giallo-rossi e rosso-bianco-rossi, punta verso sud in Val Lunga, alla volta del passo di Tartano.
Percorriamo un tratto all'interno di un bosco, quindi usciamo all'aperto in prossimità della Prima Baita (1584 m) e della Baita Bianca (1624 m). La salita continua sempre in direzione sud; superiamo il torrente che scende dalla val Dordona su un ponte di cemento, attraversiamo un bosco e raggiungiamo una conca nei pressi delle baite della Casera di Porcile (1809 m).



Dobbiamo guadare, grazie ad una serie di sassi, un torrente. Non raggiungiamo le baite perché il sentiero sale molto evidente sulla destra. La salita continua sino alla Baita della Croce (1900 m) dove il sentiero si divide in due rami: alla destra della baita, indicato dal segnavia rosso-giallo-rosso, il sentiero porta al passo di Tartano; alla sinitra possiamo notare una traccia che sale ripida in direzione sud-est.



Facciamo questa seconda scelta che, in breve, ci conduce al primo dei tre laghi di Porcile: il lago Piccolo (2005 m). Il sentiero prosegue nella parte orientale del lago, supera una baita solitaria, ed in breve raggiunge il secondo lago, il Lago Grande (2030 m), intercettando la Grande Via delle Orobie.


Siamo arrivati nella sponda occidentale del lago, e qui troviamo alcuni cartelli del Parco delle Orobie Valtellinesi:
  • nella direzione dalla quale proveniamo è indicata la casera di Porcile a 30m ed Arale ad 1h e 10m;
  • alla nostra sinistra è possibile raggiungere la bocchetta dei Lupi in 1h e 30m, Valmadre in 2h e 20m ed il passo di Valbona in 4h e 20m (percorrendo la Gran Via delle Orobie);
  • alla nostra destra è indicato il passo di Tartano a 30m, quello di Pedena a 3h e 10m e quello di S. Marco a 5h (sulla Gran Via delle Orobie);
  • un quarto cartello punta a sud, e indica il passo di Porcile a 40m



Scegliamo quest'ultima direzione. Raggiungiamo quindi un bivio: ignoriamo la Gran Via delle Orobie che prosegue verso destra, ma andiamo a sinistra (sentiero 201).
Raggiungiamo così anche il terzo laghetto, il Lago di Sopra (2095 m).



Per continuare ci avviciniamo alla baita posta nei pressi della parte nord-orientale del lago. I segnavia r-b-r ci indicano il sentiero che punta all'evidente sella del passo. La salita compie un giro alto, in senso orario, attorno alla parte orientale del lago, e ci permette di avere una panoramica completa dei tre laghetti. Raggiunto un pianoro, troviamo altri due cartelli segnaletici:
  • a sinistra, sul sentiero 201/A, possiamo raggiungere il Passo dei Lupi in 1h, il Passo Dordona in 2h ed il Rifugio Dordona in 1h e 45m;
  • proseguendo invece la salita verso destra (sentiero 201), possiamo raggiungere il Passo Porcile nonché scendere a Foppolo.
Dopo circa 2h e 30m di cammino abbiamo raggiunto il Passo di Porcile che, a 2290 m, conduce in Val Brembana; possiamo scorgere la località di Foppolo.

Sul passo troviamo alcuni cartelli:
  • nella direzione dalla quale proveniamo, i laghi di Porcile sono raggiungibili in 30m (sentiero 201), il passo di Tartano in 1h (sentiero 201) e la Ca' S. Marco in 5h (sentiero 101);
  • la discesa verso Foppolo è possibile in 1h 30m sul sentiero 201
  • verso la Val Brembana, il monte Cadelle (alto 2483 m) si può raggiungere in 1h.




Continuiamo adesso la nostra gita tornando al Lago di Sopra. Da qui segiuamo le indicazioni dei cartelli segnaletici nella direzione del passo di Tartano, verso occidente. Ad un certo punto intercettiamo un sentiero che arriva da destra e procede verso occidente: è la Grande Via delle Orobie, che prendiamo appunto verso sinistra. Il sentiero sale fino ad una bocchetta sul crinale; prendiamo quindi a destra e percorriamo il crinale sino alla grande croce che domina il passo di Tartano (2013 m).
Qui troviamo una serie di cartelli segnaletici:
  • nella direzione dalla quale proveniamo, la GVO porta ai laghi di Porcile in 20m e alla bocchetta dei Lupi in 1h e 50m
  • nella stessa direzione, ma sul sentiero che abbiamo percorso (cioè il 201 - che per un breve tratto coincide con la GVO), è indicato il lago di Porcile (quello di Sopra) a 30m, il passo di Porcile a 1h 15m e Foppolo a 2h 30m
  • scendendo verso sud, si può raggiungere S. Simone in 1h sul sentiero 101
  • scendendo invece verso nord, sul sentiero 117, si raggiunge la località Gavedin in 1h 10m, Rondelli in 2h 30m e Tartano
  • infine proseguendo verso occidente, sempre sulla GVO, si sale dapprima sulla cima di Lemma, quindi le altre mete segnalate sono il passo di Pedena in 2h 40m ed il passo S. Marco in 5h
Noi proseguiamo in quest'ultima direzione ed affrontiamo l'ultima salita della giornata.



Su evidente sentiero percorriamo il versante meridionale della cima di Lemma, fino a raggiungerla nei suoi 2348 m di altitudine. Da qui, nelle giornate limpide, il panorama è veramente eccezionale. Volgendo lo sguardo verso est vediamo i due laghi più alti di Porcile ed il passo.



Per la discesa, torniamo al passo di Tartano e scendiamo a sinitra in Val Lunga. Il sentiero è molto evidente e segnato: ci porta sino alla baita della Croce, dove riprendiamo il sentiero percorso durante la salita.

mercoledì 6 agosto 2008

Trekking trail 8) Monte Rotondo (Val Gerola - Valtellina - Italy)

Ascent to Rotondo mountain from Laveggiolo (in Val Gerola - Valtellina - Italy), in Orobie Valtellinesi Park.

  • Italy
  • from: Laveggiolo
  • to: Rotondo Mountain
  • dislivello: 1076 m
  • massima altitudine: 2496 m (Monte Rotondo)
  • tempo di percorrenza: 4h (x salita)
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. Raggiungiamo Gerola Alta (1053 m) e, all'uscita dal paese, prendiamo la strada che, a destra, sale a Laveggiolo, ma, prima di raggiungerlo, lasciamo l'auto nell'ampio spiazzo sterrato presso un tornante sinistrorso.
Iniziamo la passeggiata sulla pista sterrata che prosegue oltre il parcheggio in direzione nord. Siamo sulla GVO (Gran Via delle Orobie) e presto raggiungiamo le case di San Giovanni (1420 m). Lasciamo la strada sterrata al primo tornante sinistrorso, prendendo un sentiero, indicato dai segnavia rbr, che si stacca sulla destra. Siamo in Val di Pai, e ci troviamo in breve tempo a superare un torrente presso un ponticello di legno. Riprendiamo la salita, passiamo accanto ad alcuni ruderi di baita, e continuiamo sull'evidente sentiero ben segnalato. Raggiungiamo quindi un bivio: il sentiero di sinistra porta all’alpe Svanollino (1852 m) ma noi prendiamo a destra fino ad incontrare delle catene fissate alla roccia che aiutano a superare un tratto di sentiero largo ma esposto sul lato destro.



Ancora pochi passi, e oltre un fianco roccioso sbuchiamo all’alpe Stavello (1940 m).



Qui troviamo due baite molto curate, due fontane, ed una serie di cartelli segnaletici con le seguenti indicazioni:
  • nella direzione da cui proveniamo, è indicato Laveggiolo a 1h 20m e Trona a 3h 50m
  • la GVO continua verso est-nord-est permettendo di raggiungere l'alpe Combana in 30m, l'alpe Culino in 1h 20m e l'alpe Piazza in 3h 20m
  • salendo verso est, il sentiero 115 ci permette di raggiungere la bocchetta di Stavello in 1h 10m e la cima del monte Rotondo in 2h 20m

Scegliamo quest'ultima direzione prendendo una mulattiera scavata nella roccia che ci conduce verso sud, in alta Val di Pai.



Superata un'ultima baita (2095 m), il sentiero sempre evidente punta direttamente alla bocchetta, che raggiungiamo dopo un ultimo tratto piuttosto ripido.
In questa zona non è raro sentire i fischi delle marmotte ... e spesso si possono osservare tra i sassi.



La bocchetta di Stavello (2201 m), separa la Val di Pai dalla Val di Fraina, laterale della Val Varrone. Siamo giunti ai confini del Parco delle Orobie Valtellinesi.

Una serie di cartelli segnaletici ci indicano ora le direzioni possibili:
  • nella direzione da cui proveniamo, l'alpe Stavello è raggiungibile in 40m
  • in direzioni sud possiamo raggiungere la bocchetta di Colombana in 1h 20m, la bocchetta di Lareggio in 2h 20m e l'alpe Fraina in 1h 20m
  • in direzione nord possiamo raggiungere la cima del monte Rotondo in 50m ed il bivacco di Taeggio in 2h 30m

Prendiamo quest'ultima direzione, su un sentiero che sale a ridosso del crinale fino a raggiungere la cima del monte Rotondo (2496 m) già chiaramente visibile. Dopo 4h dalla partenza, eccoci arrivati alla meta dove troviamo una statua della Madonna.
Il panorama spazia dalla Val Gerola alla Val Lesina fino alla Bassa Valtellina e alle testate della val Masino. Spesso, nelle giornate estive in cui il tempo non è limpido, la visuale è limitata dalle nuvole che salgono dalla Val di Fràina.

Itinerario di trekking 7) Albaredo - Alpe Piazza (Parco delle Orobie Valtellinesi - Valle del Bitto di Albaredo - Valtellina)

Anello da Albaredo (nella Valle del Bitto di Albaredo - Valtellina) verso l'alpe Piazza, all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Albaredo
  • a: Albaredo
  • dislivello: 900 m
  • massima altitudine: 1835 m (Alpe Piazza)
  • tempo di percorrenza: 5h
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo dalla piazza dell'ospedale di Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada che porta al Passo San Marco.
Lasciamo l'automobile nel parcheggio della frazione di Case di Sopra, che si raggiunge prendendo la seconda strada che si stacca verso sinistra dopo aver superato il tornante sinistroso e quello destrorso nel paese di Albaredo (potremmo lasciare la macchina ad Albaredo, in quanto Case di Sopra è molto vicina ad Albaredo).
Percorriamo un breve tratto di via Case di Sopra, e alla nostra destra, sul muro di una casa, scorgiamo il cartello giallo con il numero 2 che indica la partenza del sentiero del Matusc. Siamo a circa 950m di altitudine.
Dopo pochi metri troviamo un cartello del Parco delle Orobie che ci informa del fatto che siamo sul sentiero 149 e che possiamo raggiungere Baitridana in 2h30m e l'Alpe Piazza in 3h. Il segnavia rosso-bianco-rosso del sentiero 149 ci accompagnerà nella salita.
Il sentiero è ripido, e risale alcuni prati sino ad incrociare due volte una strada asfaltata. Proseguiamo la salita ed intercettiamo una carrozzabile sterrata che prendiamo verso sinistra sino al Punt dul Saltìn. Appena oltre il ponte vediamo alcuni cartelli che segnalano il Dosso Comune a 50 minuti, Egolo ad 1h20m e Cornelli a 2h10m. Lasciamo quindi lo sterrato e seguiamo il sentiero segnalato; raggiungiamo presto una prima baita, e continuiamo a salire sull'evidente sentiero indicato dai segnavia. Nella salita incontriamo una serie di caselli dell'acqua e siamo quasi sempre all'interno di una bella pineta.
Il sentiero lascia il bosco in prossimità di una strada sterrata carrozzabile. Siamo giunti nella parte alta dei prati di Egolo. La strada è recente, ed i segnavia non vi sono ancora stati riportati. Comunque proseguiamo sulla strada in direzione sud e superiamo alcune baite alla nostra destra. Troviamo un altro cartello giallo del 'Sentiero del Matusc' e dopo pochi metri individuiamo un sentiero che si stacca sulla sinistra. Questo ci porta nei pressi di una baita, ma noi continuiamo la salita e, dopo poco, ritroviamo i segnavia.
Raggiungiamo presto la località Sass a 1600 m, dove intercettiamo un sentiero che proviene da destra. Qui troviamo sia il cartello del Sentiero del Matüsc, che quello del Sentiero della Transumanza; i due sentieri coincidono sino all’alpe Baitridana.
Continuiamo a salire, sino a quota 1680 m, dove raggiungiamo i prati della località Gradesc ed intercettiamo la strada carrozzabile per Cornelli ad un tornante destrorso (per chi sale). Ignoriamo i cartelli dei nostri due sentieri, e percorriamo la carrozzabile in salita sino al suo punto finale: la località Cornelli a 1739 m.



Proseguiamo per l'evidente sentiero che passa a monte dei prati e, dopo un breve tratto, troviamo diversi cartelli: nella direzione da cui proveniamo è indicato che il sentiero 149 porta ad Egolo in 30 minuti, al Dosso Comune in 50 minuti, e ad Albaredo in 1h20m; proseguendo diritti possiamo raggiungere Baitridana in 10 minuti, il rifugio alpe Piazza e l’alpe Piazza in 20 minuti; nella direzione che scende, alla nostra destra, sul dosso c'è il sentiero 132 che permette di raggiungere la Corte Grande in 10 minuti, la Corte Grassa in 20 minuti e la località Scoccia (Scöccia) in 40 minuti.
Proseguiamo quindi diritti su facile sentiero; passiamo a monte dei prati dell’alpe Baitridana (1670 m) sino a raggiungere l'alpe Piazza (1835 m).



Poco prima del rifugio troviamo una serie di cartelli. Siamo arrivati ad intercettare la Gran Via delle Orobie. Per chi volesse proseguire, le destinazioni principali sono l'alpe Lago andando diritto o l'alpe Pedroria andando verso sinistra.
Per la discesa, torniamo al trivio in zona Cornelli, e scendiamo a sinistra per il percorso 132 in direzione della Corte Grande. Il sentiero è molto evidente e ben segnalato dai segnavia.
Superata una pineta, giungiamo prima alla Corte Grande (1615 m), poi alla Corte Grassa, ed infine alle baite della località Scöccia (1445 m).



La discesa continua sino ad intercettare il primo tratto della strada asfaltata (per Cornelli) che si stacca dalla strada provinciale per il passo di San Marco. Raggiunta la strada provinciale, la seguiamo per pochi metri verso destra sino ad un sentiero che scende a sinistra (in corrispondenza di un cartello del "sentiero del Matusc").
Nella discesa, in corrispondenza di un casello dell'acqua, prendiamo il sentiero che scende a sinistra fino ad intercettare la via Priula, che in questo tratto è asfaltata. La prendiamo verso destra e la seguiamo fino ad Albaredo.

Itinerario di trekking 6) Monte Motta (Parco delle Orobie Valtellinesi - Val Gerola - Valtellina)

Salita al monte Motta che sovrasta Gerola Alta (in Val Gerola - Valtellina), all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Gerola Alta
  • a: Gerola Alta
  • dislivello: 920 m
  • massima altitudine: 1971 m
  • tempo di percorrenza: 3h (x la salita)
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: rosso-bianco-rosso
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. A Gerola Alta (1050 m) parcheggiamo l'automobile, percorriamo il ponte sul torrente Bitto e giriamo a sinistra. Dopo pochi passi prendiamo l'evidente sentiero che sale alla nostra destra, puntando verso nord. Raggiungiamo presto una baita; il sentiero la aggira piegando a destra e subito dopo a sinistra. Continuiamo la salita, ed entriamo nel bosco in corrispondenza di una baita con il segnavia sul muro.
A quota 1357 m, dopo circa 45 minuti, usciamo dal bosco: siamo giunti nella parte bassa dei prati di Bominallo. Qui troviamo alcuni cartelli che ci indicano le direzioni possibili. Poco oltre, la scritta "Motta" su un sasso ci indica la direzione: continuiamo la salita restando nel bosco, ai bordi dei prati, accompagnati dai segnavia rbr.
Continuiamo a seguire il bordo inferiore dei prati, e cominciamo la salita accanto al limite nord dei prati, passando alla sinitra di una grande baita.
La salita continua all'interno di un rado boschetto di larici, rododendri e piantine di mirtillo.
Il sentiero è sempre evidente e ben segnalato, e passa attraverso boschi e radure dominate da alcune pozze d'acqua. Presso una di queste pozze troviamo un cartello che indica Rundanit a 30 minuti; lo ignoriamo e continuiamo la nostra salita.
A 1703 m raggiungiamo un'ampia radura con una baita, continuiamo la salita ed affrontiamo un passaggio che richiede attenzione in quando dobbiamo superare alcune roccette. A circa 1800 m troviamo uno spiazzo con alcuni calech.



In alto possiamo scorgere facilmente la croce posta alla cima del monte Motta. Ci attende l'ultimo tratto piuttosto ripido, dove passiamo accanto ad alcune barriere para-valanghe.
La cima del monte Motta (1971 m) è caratterizzata da un tratto pianeggiante e da un lungo sentiero di crinale che porta verso il lago di Pescegallo (direzione sud).



L'ampio panorama ripaga della fatica nella salita.

domenica 6 luglio 2008

Itinerario di trekking 5) Val Mala (Parco delle Orobie Valtellinesi - Val Gerola - Valtellina)

Anello dalla parte alta di Rasura (in Val Gerola - Valtellina) verso la Val Mala, all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi.

  • Italia - Lombardia
  • da: Rasura
  • a: Rasura
  • dislivello: 840 m
  • massima altitudine: 1807 m
  • tempo di percorrenza: 4h 30m
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: vari cartelli segnaletici
  • cartografia: 'Val Gerola e Valle del Bitto di Albaredo' - carta escursionistica 1:25.000 - ERSAF

Partendo da Morbegno, in Bassa Valtellina, prendiamo la strada provinciale 405 che ci porta in Val Gerola. Subito dopo il paese di Rasura, imbocchiamo una strada che si stacca a destra. Superiamo un primo tornante sinistrorso (da destra sale una strada alternativa da Rasura), quindi un secondo tornante destrorso, ed infine un terzo tornante sinistrorso. Lasciamo l'automobile in uno dei due slarghi che troviamo sul lato sinistro della strada (960 m).
Sul lato destro della strada, poco oltre gli slarghi, troviamo una mulattiera che sale all'interno di un bosco. Dopo pochi passi troviamo subito una panchina ed un paletto col numero 4 (questi paletti numerati accompagnano la salita sino al Rifugio Bar Bianco). Proseguiamo la salita, incontriamo il paletto con il numero 5, ed arriviamo a dover attraversare la strada asfaltata. Di fronte la mulattiera prosegue la salita nel muro di contenimento della strada; qui troviamo il segnavia rosso/bianco/rosso con il numero di sentiero 124.
Dopo una breve scalinata intercettiamo una strada sterrata che imbocchiamo verso sinistra. Siamo ai piedi di un ampio prato con alcune baite. Incontriamo il paletto n. 6, quindi la mulattiera rientra nel bosco. Raggiungiamo il paletto n. 7 ed usciamo di nuovo all'aperto in prossimità delle baite del maggengo di 'Larice di Sotto' (Lares). Qui la mulattiera gira a destra e sale per qualche metro tra due staccionate di legno. Raggiunto il paletto n. 8, seguiamo il sentiero a destra che attraversa il prato, raggiunge un'altra baita e sale raggiungendo una strada sterrata. Abbiamo abbandonato la mulattiera che sale al Rifugio Bar Bianco, e proseguiamo sulla strada sterrata verso sinistra. Nella parte alta possiamo notare l'ampio prato della località Larice, con altre baite. Dopo uno slargo, notiamo sulla destra una piccola cappella in legno dedicata alla Madonna del Lares. Qui la mulattiera riprende la sua salita, ma noi la ignoriamo perché continuiamo sullo sterrato che si addentra nella Val Mala.
In prossimità di un torrente della Val Mala, lo sterrato lascia il posto ad un sentiero che scende di qualche metro per passare su un ponte in cemento (1300 m). Sul lato opposto percorriamo un sentiero ben marcato che sale per raggiungere i prati delle Foppe (1338 m). Risaliamo quindi i prati, sfruttando un sentiero che parte a destra della prima baita. Ignoriamo la deviazione a destra che rientra nel bosco, riattraversa la Val Mala e raggiunge la località Ciani, sopra Lares.


Nella parte alta dei prati non troviamo un evidente sentiero per proseguire, ma saliamo semplicemente nel boschetto di radi larici sino ad incontrare il muretto che delimita la parte bassa degli ampi prati dell'Alpe Combanina. Proseguiamo portandoci sulla sinitra, fino ad individuare due baite (1519 m). Dopo averle raggiunte, continuiamo sulla sinistra, dove troviamo una traccia di sentiero che sale in una selva sino ad un gruppo di cartelli del Parco che ci danno una serie di indicazioni e possibilità per proseguire:
  • proseguendo la salita, 50 minuti per l'Alpe Ciof e l'incrocio con la Gran Via delle Orobie; 1 ora e 10 minuti per l'alpe Combana.
  • in discesa, 40 minuti per la località Masoncelli; 10 minuti per le Foppe; 40 minuti per la località Ciani.
Noi proseguiamo sull'ampio sentiero, in direzione sud-ovest, indicato per l'Alpe Ciof. Quando raggiungiamo il sentiero della Grande Via delle Orobie (GVO), troviamo una nuova serie di cartelli con le seguenti indicazioni:
  • in discesa (lungo il sentiero che abbiamo utilizzato per la salita), 50 minuti per le Fope, 1 ora e 20 minuti per Masoncelli.
  • alla nostra sinistra, 1 ora per l'Alpe Stavello; 4 ore e 40 minuti per il lago di Trona.
  • alla nostra destra, 40 minuti per l'Alpe Culino; 1 ora e 20 minuti per l'Alpe Olano; 2 ore e 40 minuti per l'Alpe Piazza.


Noi proseguiamo alla nostra destra sulla GVO, godendoci un fantastico panorama: le cime del gruppo del Masino piuttosto che il fondo della Val Gerola, la Valle di Bomino e la Valle di Pescegallo.
Siamo nei prati alti dell'Alpe Combanina, ed in pochi minuti raggiungiamo la Baita Giuf (o Ciof) (1734 m).
Qui troviamo un altro insieme di cartelli del Parco, che ci indicano la strada. Restiamo sulla GVO andando verso sinistra (direzione ovest), su una traccia di sentiero che sale verso un dosso. A valle dello scheletro di larice colpito da un fulmine, individuiamo una traccia di sentiero verso destra che porta ad una baita solitaria che già riusciamo a vedere. Siamo sempre su un ampio prato punteggiato qui e là da qualche sparuto larice. Oltrepassata la baita, alle sue spalle vediamo alcuni paletti con la sommità rossa e bianca: ci indicano il sentiero che ci porta ad attraversare un ruscello su un piccolo ponte di legno.
Un ultimo sforzo in salita: un breve sentiero che ci porta alla baita Ven (1807 m), che già riuscivamo a vedere nel tratto precedente del sentiero.
Siamo ancora sulla GVO, e anche qui troviamo una serie di cartelli con le seguenti informazioni:
  • nella direzione da dove veniamo, 30 minuti per l'Alpe Combana; 2 ore e 20 minuti per Laveggiolo.
  • in direzione ovest (sinistra), 25 minuti per il Lago Culino; 1 ora per la Cima Rosetta.
  • in direzione est (destra), 30 minuti per il Rifugio Bar Bianco; 50 minuti per l'Alpe Olano; 1 ora e 50 minuti per l'Alpe Tagliata; 2 ore e 30 minuti per l'Alpe Piazza.
Noi prendiamo a destra, percorrendo una tranquilla discesa verso il Rifugio Bar Bianco. Raggiungiamo in breve la parte alta dell'Alpe Culino inferiore: il sentiero è sempre evidente, e troviamo ancora altri cartelli segnaletici.


Raggiunto il Rifugio Bar Bianco (1506 m), lo lasciamo alla nostra sinistra e cerchiamo il sentiero che scende, ripido, fino ai prati della località Ciani. Teniamoci sulla parte destra dei prati; nella parte bassa troveremo il sentiero che, in breve, ci porta sulla pista sterrata della località Larice. A questo punto riprendiamo il sentiero che abbiamo percorso in fase di salita.

giovedì 3 luglio 2008

Itinerario di trekking 4) San Martino - Val di Mello - Casera Pioda (Valtellina)

Itinerario lungo la Val di Mello, in Val Masino (Valtellina).
Quasi completamente pianeggiante nel primo tratto, poi salita finale alla Casera Pioda.

  • Italia - Lombardia
  • da: San Martino
  • a: Casera Pioda
  • dislivello: 650 m
  • massima altitudine: 1559 m
  • tempo di salita: 2h
  • tempo di discesa: 1h 30m
  • livello: facile il primo tratto, poi media difficoltà

Raggiungiamo la località di San Martino (912 m) in Val Masino e lasciamo l'auto nel parcheggio del centro sportivo (nella parte orientale del paesino).
Ripercorriamo il breve tratto di strada asfaltata sino al ponte sul torrente. Lo attraversiamo, e prendiamo la strada a destra che costeggia l'argine. La strada diventa presto un evidente sentiero che ci permette di entrare in Val di Mello.
Raggiunta la strada asfaltata, proseguiamo verso destra (oriente), inoltrandoci ulteriormente nella valle. L'asfalto lascia il posto ad un ciotolato, quindi ad una strada sterrata sino al parcheggio (raggiungibile solo in alcuni periodi dell'anno). Proseguiamo sul sentiero di fondovalle che corre parallelo al torrente.



Raggiungiamo la località di C.na Piana (1092 m). Le pareti verso nord sono meta di arrampicata, famosa in tutto il mondo.



Continuiamo sull'evidente ampio sentiero ignorando la deviazione a sinistra verso il rifugio Allievi Bonacossa. Raggiungiamo la località Rasica (1148 m) e cominciamo a salire, prima gradualmente poi in maniera più decisa. Ignoriamo la deviazione a sinistra verso la Val Torrone, superiamo un ponte e continuiamo la salita fino a raggiungere la località della Casera Pioda (1559 m). Di fronte a noi il ghiacciaio del Monte Disgrazia (alta Val Malenco).



Il ritorno si svolge sullo stesso sentiero dell'andata.

Il primo tratto, sino alla località Rasica, è molto adatto a famiglie con bambini.

Itinerario di trekking 3) Rapallo - Montallegro - Passo della Crocetta - Rapallo

Itinerario ad anello: stazione ferroviaria di Rapallo (0 m), santuario della N. S. di Montallegro (612 m), Passo della Crocetta (599 m), Monte delle Pozze, Rapallo. Percorso di media difficoltà. Il sentiero in salita è prevalentemente ombreggiato.
Adatto per una gita giornaliera in treno+gambe.

  • Italia - Liguria
  • da: Rapallo
  • a: Rapallo
  • dislivello: 650 m
  • massima altitudine: 650 m
  • tempo di salita: 2h
  • tempo di discesa: 2h 30m
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: doppia crocetta rossa, doppia x rossa, tre punti rossi a forma di triangolo, cerchio barrato rosso

All'esterno della stazione di Rapallo, dando le spalle alla stazione stessa, prendiamo la strada principale (la via Aurelia) a sinistra (direzione est) fino alla rotonda nei pressi del mare. Attraversato il ponte sul torrente, imbocchiamo la prima strada a sinistra che prende a salire a destra dopo pochi metri. Siamo su via Don Minzoni, e vediamo il primo segnavia con la doppia crocetta rossa che ci accompagnerà in tutto l'itinerario.
Dopo una breve salita sulla strada asfaltata, prendiamo la scalinata che si stacca a sinistra. Questa alterna tratti di mulattiera e tratti di scalinata.
Percorriamo diverse piccole frazioni fino a raggiungere, a 200 m di altezza, la località 'Il Pellegrino'.
Continuiamo la salita sull'evidente percorso, che ci regala stupendi panorami su Rapallo e su Golfo del Tigullio, pur essendo ombreggiato per la maggior parte.



Raggiungiamo la stazione di arrivo della funivia che sale da Rapallo, e continuiamo verso il santuario della N. S. di Montallegro. Sono passate circa 2 ore, ed abbiamo raggiunto l'altitudine di 612 m.
Proseguiamo sulla sinitra dell'edificio, e raggiungiamo subito un quadrivio con diverse segnalazioni.
A destra è possibile raggiungere Chiavari. Proseguendo diritto si raggiunge la vetta del monte Rosa su un evidente sentiero costellato dalle stazioni della via crucis.
Noi invece proseguiamo verso sinistra: i segnavia che ci accompagnano sono ora la doppia x rossa oppure il rombo rosso o ancora i doppi rombi vuoti. Percorriamo un sentiero pianeggiante all'interno di una lecceta ignorando le deviazioni verso il Passo di Canevale e verso Coreglia Ligure (segnavia di doppi rombi vuoti).
In circa un'ora dal santuario, raggiungiamo in leggera discesa il Passo della Crocetta (599 m). Qui attraversiamo la strada asfaltata dove troviamo due sentieri: quello più alto porta al Monte Pegge (segnavia doppia x rossa e rombo rosso), mentre noi imbocchiamo quello più basso che taglia il versante sud del Monte Pegge. Questo sentiero è segnalato da tre punti rossi posti ai vertici di un triangolo. Rispetto al precedente, questo tratto di sentiero è più esposto e meno curato, quindi la vegetazione può essere più fitta.
Raggiunto il crinale che scende verso Rapallo dal Monte Pegge, incontriamo il sentiero che scende dalla vetta del monte e lo prendiamo verso sinistra (verso il mare). Cambiamo nuovamente segnavia che ci guida sul sentiero: ora è un cerchio rosso barrato.
Proseguiamo la discesa sull'evidente sentiro che ci porta nei pressi del Monte delle Pozze, e quindi ci fa attraversare alcuni piccoli nuclei abitati. Raggiungiamo quindi Rapallo, e scendendo lungo la Salita S. Agostino, raggiungiamo il retro della stazione ferroviaria dopo circa 1 ora e mezza dal Passo della Crocetta.

venerdì 30 maggio 2008

Itinerario di trekking 2) Canzo - Alpe Alto - Terza Alpe - Canzo

Itinerario ad anello: stazione ferroviaria di Canzo (400 m), fonti di Gajum, San Miro, Alpe Alto (1100 m), Terza Alpe, Prima Alpe, fonti di Gajum, Canzo. Percorso di media difficoltà.
Adatto per una gita giornaliera in treno+gambe.


  • Italia - Lombardia
  • da: Canzo
  • a: Canzo
  • dislivello: 700 m
  • massima altitudine: 1100 m
  • tempo di salita: 2.5 h
  • tempo di discesa: 2.5 h
  • livello: media difficoltà
  • segnavia: cartelli segnaletici

Usciti dalla stazione ferroviaria di Canzo, prendiamo a sinistra e, dopo pochi metri, la strada a destra; di fronte i segnavia con i principali percorsi della zona.
Alla rotonda proseguiamo diritto, ed in piazza Garibaldi andiamo diritto in via Risorgimento. Sempre diritto in via Mornerino e quindi via Meda. Al termine prendiamo via Lunate a destra. Percorriamo la via, superiamo un ponte, ed arriviamo ad avere un torrente sulla sinistra. Ad un incrocio troviamo il cartello per Gajum, che indica di proseguire diritto su strada asfaltata. Dopo circa 30 minuti dalla partenza, abbiamo raggiunto le fonti di Gajum.
Qui lasciamo la strada asfaltata, ed imbocchiamo il sentiero 2, in direzione di San Miro al Monte. Siamo su un'ampia mulattiera realizzati con i ciotoli del fiume che abbiamo alla nostra destra. Come possiamo vedere dai pannelli didattici presenti sul tracciato, ci troviamo su un percorso geologico: precisamente si trovano qui e là diversi massi erratici provenienti dalla Valtellina e dalla Val Masino. Prima meta del percorso, la chiesette di San Miro al Monte (è possibile rifornirsi di acqua alla fontana), che raggiungiamo dopo circa 30 minuti da Gajum.
Da qui saliamo utilizzando il sentiero numero 6, che si arrampica su roccette, e che richiede qualche facile guado del ruscello nel primo tratto. La salita richiede un certo impegno, e non è consigliata nelle ore più calde di una giornata estiva. Superate le roccette, il sentiero continua a salire piuttosto ripido, ed il panorama si allarga. Dopo un ultimo tratto all'interno di una fitta pineta, raggiungiamo l'Alpe Alto a 1100 m di altitudine; stiamo camminando da circa 2 ore e 30 minuti. Qui troviamo diversi cartelli segnavia che, andando a destra, ci possono portare al Monte Rai, al monte Cornizzolo, ecc



Dopo una sosta, noi scegliamo la discesa alla Terza Alpe (793 m), prendendo il sentiero segnalato verso sinistra e percorrendolo per poco meno di un'ora. Anche questa è una zona adatta ad una sosta.
Per la discesa si potrebbe prendere il sentiero 2 che costeggia il torrente. Ma noi scegliamo di continuare sull'ampia e comoda mulattiera (sentiero numero 8) che passa dalla Prima Alpe e ci riporta alle fonti di Gajum. Da qui rientriamo alla stazione mediante la strada percorsa all'andata. In totale, impieghiamo circa un'ora e 30 minuti nella discesa dalla Terza Alpe a Canzo.



La mulattiera è particolarmente adatta a famiglie con bambini, e consigliata anche agli appassionati di nordic walking.

mercoledì 21 maggio 2008

Itinerario di trekking 1) Nervi - Monte Cordona - Sori

Percorso molto panoramico con vista mare, di media difficoltà. Adatto per una gita giornaliera in treno+gambe.

  • Italia - Liguria
  • da: Nervi (GE)
  • a: Sori (GE)
  • dislivello: 800 m
  • massima altitudine: 803 m
  • tempo di salita: 2.5 h
  • tempo di discesa: 2.5 h
  • livello: media difficoltà
  • segnavia:
doppi triangoli rossi per la salita


doppi quadrati rossi per la discesa


Dalla stazione ferroviaria di Nervi, prendere via Delle Palme di fronte alla stazione stessa e proseguire sino all'incrocio con via Oberdan. Girare quindi a sinistra su via Oberdan e percorrerla sino a piazza Duca degli Abruzzi. Superata la piazza, dopo pochi metri sempre su via Oberdan, prendere la scalinata sulla destra (Salita Domenico Morelli). Si raggiunge presto via Donato Somma. La si attraversa per proseguire sulla scalinata che sale; siamo sempre sulla Salita Domenico Morelli.
Superata la località Molinetti, si procede la salita in via S. Rocco di Nervi. Siamo sull'Itinerario Storico Colombiano che è indicato dai segnavia ISC. Si continua sul percorso principale fatto di scalini e di una mulattiera lastricata fino a raggiungere la chiesetta di S. Rocco (160 m). Un cartello dell'ISC indica di proseguire su una mulattiera lastricata.


A circa 500 m di altezza si raggiunge un crinale molto panoramico che si percorre sempre sulla mulattiera. Proseguendo si entra in un bosco di pini.


Dopo una salita, si raggiunge una strada asfaltata. Il Monte Cordona è alla nostra sinistra; è possibile salire sulla cima percorrendo il sentiero di crinale (seguiamo sia i segnavia del doppio triangolo, che quelli del doppio quadrato, mentre abbandoniamo l'ISC); in pochi minuti si raggiunge la vetta (803 m).
Per il ritorno è possibile rientrare a Nervi dallo stesso sentiero della salita, oppure è possibile scendere a Sori.
Vediamo la discesa a Sori: si torna inizialmente sulla strada asfaltata, e con l'aiuto dei segnavia che ci accompagneranno in tutta la discesa (doppi quadrati rossi) proseguiamo su sentiero parallelamente alla strada verso est (verso La Spezia). [In caso di difficoltà nel trovare i segnavia, è possibile proseguire per strada].
Il sentiero si ricongiunge con la strada asfaltata nei pressi di una curva dove è presente un ampio parcheggio. Qui si attraversa il parcheggio e si prende il sentiero che scende a destra subito alla fine di questo (lasciamo la strada asfaltata alle nostre spalle). Proseguire la discesa sul sentiero dove spesso sono visibili i segnavia; stiamo proseguendo verso il mare.
Si raggiunge il sentiero che scende a Bogliasco (segnavia trattino e puntino rosso) che, per un tratto, corrisponde al nostro sentiero verso Sori. Ignorare le deviazioni e continuare a seguire i segnavia dei doppi quadrati rossi.


Ignorare la deviazione verso destra del sentiero verso Bogliasco, e procedere in leggera salita verso la chiesa visibile sul monte di S. Croce. Raggiunta la chiesa di Santa Croce (518 m), ora il resto del percorso è molto evidente (vedere indicazioni alla destra della chiesa) e tutto in discesa.
Raggiunta Pieve Ligure, i segnavia ci portano sul sentiero che scende a Sori. Qui è possibile raggiungere la stazione ferroviaria che si trova nella parte est (verso La Spezia) del paese.

 

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